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Corso di Massaggio Ayurvedico Drenante Anti Kapha


Un potente coadiuvante per il trattamento della ritenzione idrica è il massaggio ayurvedico drenante.
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Corso di Massaggio Ayurvedico Drenante Anti Kapha



  • 16 ore di didattica teorico pratica in due giorni
  • Dalle 9:30 alle 18:30 circa

Il corso di massaggio ayurvedico drenante insegna le tecniche base per la stimolazione dei liquidi del corpo. Si compone di movimenti di impastamento, pompaggio scivolamento e drenaggio.

Secondo la visione ayurvedica il nostro corpo è governato dai tre Dosha, i quali si occupano della gestione dei cinque elementi che compongono la nostra struttura psicofisica. I cinque elementi  Etere, Aria, Fuoco, Acqua, Terra si mescolano tra loro formando l’unicità della costituzione individuale. Nello specifico, l’acqua si unisce alla terra e dà luogo al Dosha Kapha.

Essendo costituito dagli elementi primari che compongono la materia biologica, Kapha fornisce il materiale necessario alla struttura fisica. Si occupa della resistenza dei tessuti e della lubrificazione delle giunture, apporta nutrimento alla pelle, favorisce la guarigione delle ferite, dona forza, vitalità, energia e stabilità. Kapha è presente prevalentemente nel petto, nella gola, nella testa, nelle concavità, nel naso, nella bocca, nello stomaco, nelle secrezioni liquide del corpo e nel plasma.

L’acqua nel nostro corpo può essere suddivisa in cinque categorie e per ognuna di esse possiamo definire un sottodosha detto anche Subdosha o Upadosha che si occupa di una regione o funzione specifica del corpo:

  • Tarpaka Kapha è responsabile della lubrificazione del cervello e del sistema nervoso
  • Bodhaka Kapha si occupa della lubrificazione della lingua e degli organi sensoriali situati nella testa
  • Slesaka kapha è preposto alla lubrificazione delle articolazioni
  • Kledaka Kapha lubrifica il tratto digestivo
  • Avalambaka Kapha preserva la lubrificazione del cuore e dei polmoni

I tre Dosha lavorano tra di loro in sinergia per creare lo stato di equilibro e salute. Un disequilibrio di Kapha che coinvolge quindi l’acqua del nostro corpo può manifestarsi in uno o più  Subdosha generando disfunzioni specifiche a livello fisico ed emozionale. Questo spiega perché parlando di disequilibri nelle funzioni di tipo acqua, alcune persone possono presentare per esempio ritenzione idrica con gambe gonfie e pesanti, altri possono soffrire di problemi dovuti ad un mancanza di lubrificazione delle articolazioni, altri ancora lamentano disfunzioni degli organi di senso o indigestione o problemi polmonari. La manifestazione del sintomo è una chiave che ci permette di conoscere in quale zona del nostro corpo una delle cinque acque di Kapha è in eccesso o in difetto.

Uno dei problemi che più comunemente troviamo soprattutto nelle donne, è la ritenzione idrica. Questo fenomeno riguarda maggiormente la sfera femminile perché ad esso sono connessi una serie di fattori ormonali che trovano terreno fertile sul sistema endocrino della donna, più sensibile ai mutamenti legati al ciclo mestruale e alla pre-menopausa.

Cos’è la ritenzione idrica

La ritenzione idrica è la tendenza a trattenere i liquidi nel nostro organismo e può manifestarsi anche sotto forma di cellulite. Nel fenomeno della sudorazione, l’acqua viene utilizzata dal nostro corpo per abbassare la temperatura, per contrastare il calore eccessivo dell’ambiente esterno. Sebbene siamo portati a pensare al sudore come ad una cosa ‘’spiacevole’’ da nascondere e da contrastare come apprendiamo dalle pubblicità dei deodoranti, esso è in realtà uno strumento prezioso che consente di regolare il nostro metabolismo e di conseguenza tutto il corpo. Quando fa caldo l’organismo disperde acqua, la butta fuori e la ricambia con acqua fresca. E’ così che l’acqua viene usata per raffreddare e mantenere attivo il nostro ‘motore metabolico’. La presenza di edemi e ristagni indica quindi che stiamo facendo esattamente l’opposto di quello che dovremmo fare per il corretto funzionamento del nostro ‘motore’. Stiamo trattenendo liquidi anziché disperderli. Una volta infiltrati nei tessuti, i liquidi non ci aiutano a svolgere la funzione di raffreddamento, anzi agiscono in modo esattamente opposto e danno origine all’infiammazione. Inoltre un’alimentazione non consona alla nostra costituzione, un apporto eccessivo di calorie e cibi poco vitali come cibi precotti e che hanno subito processi industriali, movimento fisico scarso o talvolta assente e stress creano un accumulo di tossine. Il materiale ‘tossico’ in accumulo crea un intasamento e la temperatura a livello cellulare si alza troppo; siamo di fronte al processo infiammatorio. La cellulite è quindi  la migliore risposta che il nostro corpo può fornire ad un eccesso di tossine anche se è inestetica e comprensibilmente tanto ‘odiata’ da tutti.

Quando il prezioso sistema di drenaggio linfatico non funziona in modo ottimale si possono accumulare notevoli quantità di liquidi negli spazi interstiziali. Questa condizione è definita edema. Eliminare i liquidi che ristagnano nei tessuti, le scorie e le tossine che abbiamo accumulato, avrà una serie di vantaggi positivi sia sulla salute dell’organismo in generale, sia sul nostro aspetto esteriore.

Linfa e sistema linfatico

Il sistema circolatorio linfatico, comunemente chiamato sistema linfatico è un meccanismo di drenaggio formato da vasi detti appunto vasi linfatici e linfonodi, vere e proprie stazioni lungo il percorso dei vasi. Il sistema linfatico consente il movimento dei fluidi dagli spazi interstiziali (gli spazi tra le cellule) al sistema circolatorio sanguigno.  La sua principale funzione è il trasporto di proteine, liquidi e lipidi (specialmente per i vasi che si occupano del drenaggio dell’intestino), ma presenta anche ruoli di filtraggio ed è parte integrante del processo di risposta immunitaria favorendo il trasporto degli antigeni. I linfonodi producono i cosiddetti linfociti, una serie speciale di globuli bianchi deputata all’eliminazione dei microrganismi ostili. Quando l’organismo sta combattendo un’infezione, i linfonodi accelerano la sintesi e la trasformazione dei linfociti, aumentando di volume e diventando dolenti al tatto (comunemente si utilizza  l’espressione: “avere i linfonodi ingrossati”).

Il sistema linfatico è costituito da un’articolata rete di vasi, ed è molto simile a quello circolatorio venoso e arterioso. A differenza del sangue, la linfa non viene spinta dall’attività cardiaca, ma scorre nei vasi mossa dall’azione dei muscoli. Contraendosi e rilassandosi, questi tessuti funzionano come una vera e propria pompa. Quando tale azione viene meno, per esempio a causa di un insufficiente movimento fisico, la linfa tende a ristagnare, accumulandosi nei tessuti. Ecco perché piedi e caviglie si possono gonfiare quando si rimane a lungo in piedi in una posizione statica.

Similmente a quelli del sistema cardiocircolatorio, i vasi linfatici più piccoli, detti capillari, si trovano nelle regioni periferiche dell’organismo e, riunendosi tra loro, danno origine a vasi sempre più grandi, fino a riversarsi nel dotto toracico, il principale vaso linfatico dell’organismo, la via di scarico della linfa nel circolo ematico. A differenza di quelli sanguigni, i capillari linfatici sono a fondo cieco e sono dotati di una parete ancor più sottile, formata da cellule separate da ampie aperture. Lungo il sistema linfatico incontriamo anche i cosiddetti organi linfatici, deputati alla produzione ed alla purificazione della linfa (timo, milza e midollo osseo).

La linfa contiene zuccheri, proteine, sali, lipidi, amminoacidi, ormoni, vitamine, globuli bianchi ecc. Rispetto al sangue, è particolarmente ricca di lipidi infatti, dopo l’assorbimento intestinale, le molecole lipidiche vengono riversate nel sistema linfatico sotto forma di particolari lipoproteine dette chilomicroni.

I vasi linfatici più grandi si caratterizzano per il susseguirsi di restringimenti e dilatazioni a cui si associano vere e proprie inserzioni valvolari che, similmente a quelle del sistema venoso, impediscono il reflusso della linfa obbligandola a scorrere in un solo senso.

La linfa deriva direttamente dal sangue ed ha una composizione ad esso molto simile, nonostante sia più ricca di globuli bianchi è poverissima di globuli rossi. Circolando negli spazi interstiziali ha lo scopo di riassorbire il plasma (parte liquida del sangue) presente negli spazi tra una cellula e l’altra. Le pareti dei capillari sanguigni sono molto sottili e permeabili all’acqua e a varie sostanze; grazie a questa permeabilità, può avvenire il passaggio di ossigeno e sostanze nutritive dal sangue ai tessuti e, viceversa, i tessuti riversano nel circolo ematico anidride carbonica e prodotti di rifiuto. La linfa raccoglie liquidi e materiale di scarto dalla periferia per poi veicolarlo agli organi di depurazione ovvero fegato, reni, polmoni e linfonodi. Sotto questo punto di vista, la funzione del sistema linfatico è quindi molto simile a quella del circolo venoso.

Possiamo riassumere le funzioni del sistema linfatico, come di seguito:

  • si occupa di riportare in circolo il liquido e le proteine filtrati dai capillari sanguigni
  • trasferisce i grassi assorbiti a livello dell’intestino tenue nella circolazione sanguigna
  • cattura e distrugge organismi patogeni mantenendo attivo il nostro sistema immunitari

Per mantenere in salute il proprio sistema linfatico è molto importante svolgere regolare attività fisica, in modo da favorire l’azione della “pompa muscolare” come menzionato precedentemente.

Le cause della ritenzione idrica

Analizziamo quali possono essere i principali fattori responsabili dell’insorgere della ritenzione idrica:

  • ritenzione idrica alimentare - è causata da una dieta ricca di sale o da intolleranze alimentari e abitudini alimentari errate
  • ritenzione idrica circolatoria - è dovuta al cattivo funzionamento del sistema circolatorio e linfatico
  • ritenzione idrica iatrogena - deriva da abuso di antinfiammatori, cortisonici, terapia ormonale sostitutiva e contraccettivi
  • ritenzione idrica secondaria - è un effetto secondario che proviene da un mal funzionamento degli organi deputati alla depurazione dei rifiuti (reni, fegato, intestino)

Ritenzione idrica alimentare

Ci sono molte abitudini che possono dare luogo o peggiorare la ritenzione idrica e la maggior parte di esse hanno origine sulla nostra tavola poiché un’alimentazione inappropriata crea accumulo di tossine. Il consumo eccessivo di sale è una tra le più diffuse abitudini che contribuisce alla ritenzione idrica. Anche eccedere con lo zucchero fa male poiché favorisce l’accumulo di grasso che a sua volta genera infiammazione e ritenzione. L’aumento dei livelli di insulina, generato da una dieta sbilanciata in carboidrati, può rendere difficile espellere il sodio. Allergie e intolleranze alimentari possono sfociare nella ritenzione e nel gonfiore. La reazione dell’organismo a ciò che viene considerato un pericolo determina la produzione di istamina, che provoca a sua volta ritenzione idrica e gonfiore.

Ritenzione idrica circolatoria

Un sistema circolatorio che non funziona correttamente predispone alla ritenzione idrica per diverse ragioni. La circolazione venosa insufficiente lascia nei tessuti materiali di scarto che si infiltrano e stagnano nel tessuto connettivo. La fragilità e l’infiammazione a livello dei capillari, favoriscono il travaso di liquidi dal circolo ematico alle zone interstiziali. Un sistema circolatorio non ottimale, cuore compreso, non è in grado di far arrivare il nutrimento ai muscoli che costituiscono come precedentemente detto, la pompa che muove la linfa e che brucia i grassi.

Ritenzione idrica iatrogena

Molti farmaci hanno controindicazioni legate alla ritenzione idrica. Tra quelli maggiormente sotto accusa, vi sono i cortisonici, gli antinfiammatori, i contraccettivi e le terapie ormonali per l’infertilità o quelle sostitutive che vengono prescritte durante la menopausa. L’assunzione di antibiotici, sovraccarica gli organi deputati allo smaltimento delle tossine e può rendere più difficoltoso il drenaggio del corpo, con un’azione indiretta sui gonfiori.

Ritenzione idrica secondaria

Se siamo di fronte ad un’alterazione del normale funzionamento degli organi deputati allo smaltimento dei liquidi e delle tossine, sarà una conseguenza inevitabile l’accumularsi di “rifiuti” del metabolismo, lungo le vie di scarico, il nostro sistema linfatico. Reni, fegato e intestino sono i principali organi atti alla depurazione del nostro organismo, di conseguenza tutto ciò che comporta un superlavoro a carico loro, contribuisce ad aumentare l’accumulo di tossine. Risolvere disturbi come stipsi e disbiosi, che comportano un’alterazione della composizione della flora batterica intestinale, migliorare la diuresi o ridurre l’eccesso di lipidi nel sangue che vengono “processati” dal fegato, può tradursi in un miglioramento della ritenzione idrica e una riattivazione generale dei processi metabolici.

La soluzione alla ritenzione idrica

Attivare il metabolismo è il primo passo. Se osserviamo la fisiologia del nostro corpo come a un fuoco che brucia dentro di noi e che ci dà energia, ci fa muovere, ci rende vitali, scattanti e sani, proviamo a immaginare quanto questo fuoco possa ardere se gli chiediamo di farlo “immerso” nell’acqua. Attivare il metabolismo significa aumentare la capacità del nostro corpo di scaldare e far evaporare l’acqua in eccesso. Il cibo gioca un ruolo primario. Abitudini alimentari bilanciate e in accordo con la propria costituzione individuale attiveranno quello che in Ayurveda viene definito fuoco digestivo. L’utilizzo consapevole dei sapori attiva il processo metabolico. Il sapore piccante, acido e salato, aumentano il fuoco, il sapore amaro e astringente hanno un effetto sul fegato attivando il processo di detossinazione. Le spezie e le erbe aromatiche non dovrebbero mai mancare nella nostra cucina.

Il movimento  è un vero e proprio attivatore metabolico, poiché consente di bruciare le riserve di grasso, di ridurre l’infiammazione a livello tissutale e di stimolare la circolazione sia sanguigna che linfatica. Le persone di costituzione Kapha hanno bisogno di movimento fisico tutti i giorni.

Il  massaggio ayurvedico drenante

Un potente coadiuvante per il trattamento della ritenzione idrica è il massaggio ayurvedico drenante. Particolari tecniche di massaggio aiutano infatti il sistema linfatico a drenare più efficacemente il liquido che ristagna nelle zone periferiche e muovono tutte e cinque le acque di Kapha che si occupano di lubrificare cervello e sistema nervoso, lingua e organi di senso, articolazioni, il tratto digestivo, cuore e polmoni. Il massaggio ayurvedico drenante lavora sulle qualità di Kapha nella sua totalità. Rimuove i ristagni a livello fisico che si possono manifestare sotto forma di ritenzione idrica e promuove il ‘’movimento interiore’’ anche a livello emozionale. Kapha tende alla pigrizia, alla depressione, alla letargia. Eccessivamente identificato con le proprie emozioni, Kapha perde il contatto con se stesso e nutre una sfiducia di fondo. Il massaggiatore che tiene conto di questo processo emozionale utilizzerà le manovre del massaggio drenante quali impastamento, sfioramento, digitopressione, pompaggio ma non perderà di vista il fatto che qualsiasi disfunzione ha sempre un’implicazione tanto fisica quanto emozionale.

Obiettivi del corso di Massaggio Ayurvedico Drenante Anti Kapha

  • Conoscere i principi base della costituzione fisica di tipo acqua ovvero Kapha
  • Imparare i movimenti di impastamento, sfioramento, digitopressione, pompaggio

A chi si rivolge

Il corso è aperto a tutti coloro che desiderano apprendere la tecnica di massaggio drenante anti Kapha, per ridurre l’eccesso di acqua nel nostro corpo

Requisiti

Apertura mentale, interesse e disponibilità all’apprendimento

Programma del corso

  • Teoria dei meccanismi di drenaggio dei liquidi corporei e ritenzione idrica
  • Movimenti per l'apertura dei principali dotti linfatici
  • Pratica del trattamento completo in prono e supino
  • Stimolazione dei principali punti marma per il drenaggio dei liquidi
  • Cenni su oli e preparati ad azione drenante

Vuoi ricevere un massaggio ayurvedico?

Contattaci direttamente al 3939374100 oppure scrivi a info@ayur-veda.it

Le attività e i corsi di Hridaya Centro Studi Ayurveda Integrato sono svolti da Simone Fanciullo, professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013 e da operatori e medici qualificati.