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Corso “Lavoro, Talento e Vocazione”

L’apprendimento delle nozioni e delle tecniche summenzionate passa attraverso l’applicazione su se stessi. Noi siamo i primi clienti di noi stessi.
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Corso “Lavoro, Talento e Vocazione”


  • 16 ore di didattica teorico pratica in due giorni
  • Dalle 9:30 alle 18:30 circa

Il lavoro è uno dei fondamenti della nostra società come dice la nostra costituzione italiana. Al lavoro viene attribuito un valore economico poiché è lo strumento con il quale raggiungiamo il soddisfacimento dei bisogni umani. Il lavoro ha anche un valore collettivo perché contribuisce al bene comune e permette di ottenere un riconoscimento sociale, valorizzando il talento individuale attraverso le competenze professionali e formative e conduce al processo di autorealizzazione.

Qualcosa non funziona

Viviamo un oggettivo contesto di crisi economica dove spesso il lavoro diventa fatica, è mal retribuito, lontano dal processo di autorealizzazione. Capita sempre più spesso che pur avendo un titolo di studio o esperienze in un determinato campo, si debba trovare un impiego in altri settori, non per scelta ma per esigenza e che si viva una condizione economica e lavorativa non stabile.  Le informazioni che riceviamo appena entriamo nel mondo del lavoro sembrano portare all’arrendevole conclusione che per produrre i propri mezzi di sussistenza dobbiamo fare grandi compromessi tra ciò che siamo, le nostre passioni, le nostre attitudini, le inclinazioni e ciò che ci permette di guadagnarci da vivere.

Il lavoro dunque, il fondamento del nostro vivere civile e della realizzazione personale di ciascun individuo, appare lontano dall’essere uno strumento di emancipazione e soddisfazione personale, non vissuto come qualcosa di liberatorio che realizza  la persona umana, ma come qualcosa che invece rende schiavi della nostra civiltà delle macchine e del capitalismo.

Il tema che sta alla base è il meccanismo del potere trattato in precedenza. La relazione con il lavoro ha a che fare con il senso del valore e dell’autostima e con quanto ci autorizziamo ad allontanarci dal destino familiare. Andiamo più a fondo..

Valore e autostima

Il carattere in psicologia descrive le motivazioni del comportamento e i tratti della personalità che rendono ogni individuo diverso da un altro. Cosa accade quando qualcuno ci dice qualcosa di sgradevole? Si forma un pensiero come conseguenza della ricezione del messaggio. Non è corretto dire che abbiamo pensieri, non esiste un luogo che li contiene, i pensieri non risiedono da nessuna parte. Il pensiero viene formulato nel momento, sono circuiti mentali, una serie di neuroni scatena reazioni chimiche ed elettriche ma quella reazione, cosi piccola ed infinitesimale, finisce per dominare la nostra vita. Quando abbiamo una credenza dentro di noi, si genera un pensiero mai non siamo quel pensiero, dovremmo ascoltarlo come se provenisse da una radio. Il problema nasce quando qualcuno ci dice che non valiamo, e noi formuliamo un pensiero tipo: ‘Forse ha ragione’; ci crediamo e ci identifichiamo e il pensiero diventa potente. L’abitudine a pensare in un certo modo crea un comportamento che si riflette su tutti gli aspetti della nostra vita incluso il lavoro. Ci procuriamo il lavoro che pensiamo di meritarci, come troviamo relazioni e situazioni che siamo convinti di meritarci.

Il destino familiare

Il processo del lavoro va analizzato anche dal punto di vista sistemico link a teoria sistemica. La famiglia di origine è il sistema dal quale provengono i maggiori stimoli e di conseguenza le maggiori risposte pensiero. Le convinzioni che si creano dentro di noi determinano le abitudini. A questo livello occorre specificare che le esperienze della vita, di per se sono inutili se le convinzioni restano invariate. Possiamo fare molte esperienze e non imparare a modificare il nostro carattere ovvero i comportamenti non cambiano, anzi, con un modo di vedere le cose sempre uguale ci procureremo esperienze sempre dello sesso tipo, senza una vera evoluzione. Nella famiglia si genera un comportamento deleterio al fine di trovare il nostro posto nel mondo attraverso il lavoro: la lealtà familiare. La convinzione che portiamo dentro di noi in modo quasi innato, è che siamo dei bravi figli se prendiamo su di noi il destino familiare, se anche noi soffriamo come i nostri genitori siamo meritevoli del loro amore e della loro attenzione. Andare incontro al processo di autorealizzazione nel lavoro, fare qualcosa che ci piace, guadagnare denaro, avere tempo per le nostre cose, se è molto diverso da come i nostri genitori hanno vissuto il lavoro, sarebbe come dire che loro hanno sbagliato tutto e che stiamo disobbedendo al loro modello di vita. La lealtà familiare così innescata non permette all’individuo di allontanarsi più di tanto dal sentiero che è stato tracciato dalla propria famiglia. L’eredità familiare si oppone alla scoperta dei propri talenti.

Il lavoro come individualizzazione

Il lavoro ha a che fare con le condizioni di vita materiale poiché genera i mezzi di sussistenza. Il filosofo Karl Mark nel 900 sosteneva: ‘’Ciò che gli individui sono dipende  dalle condizioni materiali della loro produzione”. Non vogliamo ridurre l’essere umano ad una macchina da lavoro, allarghiamo il campo e pensiamo al lavoro come ad un ecosistema all’interno del quale molti elementi devono entrare in relazione tra loro, non solo il denaro. Anche occuparsi della casa, del giardino, del proprio corpo o dei figli è un lavoro. Ma chiediamoci: Come posso occuparmi di tutte le cose che qualificano la mia vita se non sono in grado di produrre denaro? Il lavoro è il mezzo. In questo ecosistema della vita possiamo sentire armonia se ciò che siamo coincide con ciò che produciamo e con il modo in cui lo facciamo. Risulta quindi fondamentale scoprire i propri talenti, la vocazione o in altre parole cosa ci piace fare.

Cosa vuoi fare da grande

Avere una sana relazione con il lavoro non è importante solo per trovare un’attività che soddisfi i nostri bisogni e produca benessere. Il lavoro esteriorizza il processo interiore, parla delle soluzioni che abbiamo trovato ad uno dei bisogni fondamentali: comunicare.

Non esiste essere umano felice se non comunica. Se dentro di noi abbiamo dei talenti, delle competenze, trattenerle equivale a non comunicare chi siamo. Quante persone conosciamo che sono insoddisfatte del proprio lavoro o per modalità o per remunerazione? Per essere felici dobbiamo scoprire quali sono i nostri talenti e metterli a frutto, esprimerli attraverso il fare organizzato che produce ricchezza nella nostra vita: il lavoro! Come possiamo scoprire i nostri talenti? Cercando, studiando, sperimentando. Non dobbiamo dare nulla per scontato e permetterci di esplorare settori a noi sconosciuti e cercare modalità di lavorare nuove, dobbiamo letteralmente creare. La vocazione ha a che fare con il motivo per il quale siamo su questa terra. É la risposta alla domanda esistenziale ‘chi siamo e da dove veniamo’. Ogni individuo è chiamato a fare qualcosa e spesso la vocazione viene confusa come una strada a senso unico. Abbiamo consciamente o inconsciamente paura di intraprendere una strada perché vediamo il rischio di non poter cambiare direzione ma questa non è una chiamata, è una condanna. La vocazione profonda è certamente un atto di fede ma verso il divino che è in noi, capace di dirigere la nostra energia creativa attraverso le esperienze della vita in molti modi e magari attraverso molti lavori. La vocazione unita ai talenti è irrinunciabile in un percorso di crescita personale, non possiamo sentirci autorealizzati se non creiamo.

Su un piano allargato il nostro lavoro ha anche un valore transpersonale. Attraverso il lavoro costruiamo la società e la cultura degli esseri viventi tanto oggi come nei millenni addietro. Tutto ciò che abbiamo, la preziosità della storia, delle civiltà, della cultura, delle opere che hanno superato la prova del temo sono frutto del prezioso lavoro di milioni di persone che hanno dato il loro contributo a questo mondo. Facciamo la nostra parte!

Obiettivi del corso Lavoro, Talento, Vocazione

  • Lavoro, talenti e vocazione
  • Fornire nozioni teoriche per sviluppare autorealizzazione attraverso il lavoro
  • Scoprire i propri talenti

A chi si rivolge

Il corso è aperto a tutti coloro che desiderano esplorare la relazione con il lavoro, i talenti e la vocazione

Requisiti

Apertura mentale, interesse e disponibilità all’apprendimento

Programma del corso

  • Il significato del lavoro nella nostra vita
  • Lavoro e lealtà familiare
  • Valore e autostima
  • Individuazione dei talenti
  • La vocazione

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Le attività e i corsi di Hridaya Centro Studi Ayurveda Integrato sono svolti da Simone Fanciullo, professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013 e da operatori e medici qualificati.