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Corso “Potere Personale e Senso di Colpa”

L’apprendimento delle nozioni e delle tecniche summenzionate passa attraverso l’applicazione su se stessi. Noi siamo i primi clienti di noi stessi.
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Corso “Potere Personale e Senso di Colpa”


  • 16 ore di didattica teorico pratica in due giorni
  • Dalle 9:30 alle 18:30 circa

Dentro di noi esistono molte parti, flussi che si muovono  e interagiscono tra loro e con la realtà esteriore. Viviamo condizioni diverse dove cultura e società fanno apparire normale l’esistenza di persone che vivono ‘in alto’, in una posizione di dominio e di manifestazione della loro forza e individui che vivono ‘in basso’ in una condizione di sottomissione, di depressione, privi di energia vitale. Chi vive in basso sostiene chi vive in alto. Questo è il meccanismo di potere sotto gli occhi di tutti. Il potere personale è ben altro! Per comprendere come possiamo sviluppare il potere personale nella nostra vita dobbiamo iniziare dalle origini.

Il potere personale è energia vitale!

Da bambini godiamo di una carica vitale enorme, un adulto non riesce quasi a stare dietro ad un bambino per la sua incontenibile voglia di vivere e di fare. Poi accade qualcosa… la scuola spesso contribuisce al soffocamento dell’energia vitale riproponendo il meccanismo summenzionato insegnando a stare in basso, a comprimerci in funzione di chi sta in alto. Possono essere gli insegnanti o compagni di scuola prepotenti. Passano gli anni e introiettando questo meccanismo che definiremo ‘potere ombra’ alimentiamo quell’immagine di uomo che ci è stata venduta, crediamo in quell’immagine di sottomissione e diventiamo quello, assumiamo il ruolo di chi sta in basso. Privati della visione autentica di noi stessi finiamo per cercare compensazioni al senso di mancata libertà nelle dipendenze dal cibo, dalle droghe, dal fumo e dalle relazioni, tutte cose che sul momento ci tirano su perché distolgono il pensiero dal problemi ma non fanno altro che peggiorare la nostra situazione continuando a depauperare le energie vitali necessarie ad evolvere.

Se ci alziamo al mattino e non sentiamo la carica è perché la nostra energia sta alimentando qualcuno che sta in alto. Questo modello è presente ovunque, fuori e dentro di noi. Pensiamo alle colonizzazioni dei paesi nel corso della storia, per esempio in America si festeggia il Columbus day, la commemorazione della scoperta dell’America del 12 ottobre 1942. Riflettiamo su quanta concentrazione è riposta sui risultati raggiunti e sul contributo intellettuale e sociale all’interno della società statunitense senza pensare ai tremendi massacri portati dal colonialismo ai popoli colonizzati che pur avendo una socialità differente dal mondo conosciuto a quei tempi, avevano un altissimo livello di consapevolezza che tuttavia è stato spazzato via.

Se siamo veramente liberi nessuno può mettersi al di sopra di noi ma se facciamo un percorso lasciamo quella dimensione costruita dall’assurda credenza di dover sostenere chi sta in alto che viene venduta in ogni luogo.

La struttura interiore del potere personale

Il potere personale è lo specchio della struttura dentro di noi. Se siamo spaventati cerchiamo potere e controllo ma questo meccanismo non dona gioia e ci spinge a ricercare appagamento nei piaceri secondari facendo il gioco del consumismo che a sua volta continua a sostenere chi sta in alto, industria alimentare, droghe ecc…

La struttura interiore che porta le memorie di ingiustizie mina alla costruzione del potere e  pone le sue basi nelle famiglie, negli ospedali, nelle scuole, nei governi, ovunque, e quella spietata ingiustizia crea la forza distruttiva umana che ci fa sentire piccoli, ci giudichiamo e attribuiamo agli altri il potere di delineare giustizia o ingiustizia. Come può sentirsi un essere umano così compresso? come potrà vivere, respirare e ragionare? Se ci sentiamo compressi tutte le nostre funzioni saranno ridotte tanto più il potere personale.

Autorità interiore e inconscio collettivo

La personalità priva di potere è portatrice di un io distorto perché la storia personale è distorta. L’anima, il nucleo puro non inquinato dalle esperienze cerca di far evolvere la  personalità che ha subito la ferita narcisistica, risultato di un un ego collettivo dove la nostra storia personale si mescola alla storia dell’umanità. Cresce in noi la convinzione di essere degni di rispetto solo se vinciamo la lotta, il confronto con il giudizio degli altri, crediamo che l’autorità siano i prepotenti, per primi della nostra famiglia di origine e continuiamo ad alimentare l’epidemia di depressione, di una umanità radicata sull’ego, avidità, diffidenza, gloria, ossessività, narcisismo. La vera autorità fa crescere e si prende cura e la maturità è comprendere che le nostre decisioni hanno un effetto transpersonale

Eros e potere personale

Nella società ampiamente descritta sopra e sotto i nostri occhi, l’eros, la dimensione del piacere, si rivolge verso il potere ombra anziché verso il potere autentico, il potere dell’anima. Un eros mal rivolto crea nevrosi le quali sono tanto più potenti quanto rinunciamo al potere di fare le cose.

Il piacere e il divertimento, la gioia del lavoro e delle relazioni albergano nel potere luce ma l’individuo compresso, frustrato erotizza il potere ombra. Temiamo che l’eros di guarigione, quello che ci mostra come persone integre e oneste, ci possa far perdere gli amici o che ci porti fuori da un contesto familiare che probabilmente non ci capisce. Soffriamo per la paura della scissione, una parte di noi riconosce il bisogno di separazione e una parte ha paura e evita il potere che dovrebbe manifestarsi nella forza e nel coraggio di fare ciò che in cuor nostro sappiamo essere giusto.
Il compito dell’essere umano realizzato è diventare leader, quantomeno del proprio paese interno, e sviluppare la capacità di guida basata sulla fiducia che si conquista sul campo. L’io deve avere la fiducia delle parti interne meritandola attraverso azioni e scelte coerenti.  Abbiamo una famiglia ologrammatica dentro di noi, non possiamo identificarci con la parte bambina, dobbiamo diventare genitori interiori, madri e padri di noi stessi. La madre accoglie, ha pazienza e cura i piccoli, il padre fa da ponte con la società come simbolo della legge. Guarire l’io maschile e l’io femminile, contribuisce alla guarigione della società malata. Le parti interne devono essere viste fino a superare la diffidenza e il nichilismo. Al nostro interno va fatto un lavoro con costanza e questo richiede tempo. Pensare di risolvere tutto in una seduta o in un corso, equivarrebbe a pensare che una madre possa assolvere il suo dovere di di educatrice del figlio in un giorno. Sappiamo quanta dedizione occorre ad una madre per crescere il propri figli e quanti anni e se preso seriamente l’accudimento diventa un piacere. Analogamente la leadership deve diventare uno stile di vita e deve essere gioioso, deve creare unione al nostro interno se no vivremo una scissione e cercheremo i piaceri compensativi. Certamente richiede impegno, occorre uno sforzo per vincere la nostra umana tendenza entropica ma quando accettiamo la condizione umana come inscindibile, diventa uno sforzo gioioso. Il leader sa che deve unire le forze, poiché sia interiormente rispetto alle parti di se che hanno bisogno di essere unite, sia esteriormente tra individui, siamo esseri comunitari. Se l’energia vitale è impegnata nel dimostrare la nostra forza, anche il conflitto sarà attivo e la condizione patologica del conflitto, nutrito da un ego sconsiderato, consumerà le risorse della terra e la politica, ‘il tempo che non basta mai’ e la finanza non cambierà mai… se l’uomo non cambia dentro.

La conoscenza come strumento di potere

Sapere, dal latino ‘aver sapore’ richiama l’attenzione ai cinque sensi ed esprime il concetto di aver acquisito delle informazioni.Conoscere, cognitio- scientia, esprime la comprensione delle informazioni acquisite attraverso il processo del sapere.La conoscenza, il sapere incarnato, influisce sul modo di essere e sui comportamenti.

Alla domanda esistenziale: ‘Chi siamo e da dove veniamo’, gli animali rispondono inconsciamente tramite l’istinto, una spinta innata che fa volare gli uccelli in spettacolari stormi o i pesci in branco  e innumerevoli comportamenti del mondo animale. L’essere umano sostituisce gran parte dell’istinto con la conoscenza, un lungo processo di elaborazione delle informazioni. Il nostro sapere riguarda la cultura, la tradizione appresa dalla famiglia, le esperienze e questo sapere si fonde con l’essere persona che ha elaborato tutte quelle informazioni ricevute e le ha fatte sue in un modo unico e irripetibile.

Lo studio può intossicare la mente dando vita a strutture egoiche. Pensiamo agli intellettuali che parlano complicato; non sono guidati dall’amore incondizionato per la diffusione della conoscenza ma vogliono mantenere la struttura di potere. Nella separazione che ne consegue si generano forme conoscitive che rimangono proprie e sono esse stesse preda di riferimenti interni, del personale modo di osservare il mondo che genera la matrix nella quale siamo immersi.

La conoscenza, psiche e anima

Il livello psichico, definito anche ego e il piano animico danno vita alla nostra struttura personale. Possiamo rappresentare la psiche come un anello attorno all’anima che ha lo scopo di proteggerla. Sin da piccoli le informazioni raggiungono il nostro interno e iniziamo a strutturare la conoscenza in termini egoici ovvero di separazione: io separato da te, io credo di conoscere il mondo e tu no… la conoscenza diventa uno strumento di potere.  Da questa considerazione iniziamo a comprendere che il bene è l’unione tra le anime e l’ego è lo strumento di separazione che crea persone in alto persone in basso come summenzionato. Una conoscenza che si appoggia a questa struttura diventa strumento di potere. Perché la conoscenza diventi sapienza deve essere ripulita dai tratti dell’ego.

Conoscenza e comunicazione devono essere congiunte per creare la sapienza. L’affinamento morale e intellettuale della sapienza spinge l’essere umano a condividere la conoscenza allo scopo di banchettare con le altre anime.

Mentre stiamo leggendo o apprendendo dovremmo pensare di raccontare ciò che scopriamo a qualcun’altro perché altri possano trarne vantaggio. Questo  consente di creare nuova conoscenza che incrementa il bene e la giustizia e non una struttura di potere egoico di detenzione delle informazioni. Mettere in comune la conoscenza diventa sapienza!

Patologia del potere

Il potere ombra è come un virus del pensiero che può introdursi in qualsiasi essere umano, struttura, gruppo o  società. Per comprendere ancora più a fondo le radici del sano potere personale dobbiamo comprendere il fenomeno dell’amore.

Se viviamo solo amore non si manifesta il potere, se viviamo nel potere non c’è amore.
I nostri atti comunicativi devono racchiudere questa compresenza  se no si genera uno dei meccanismi più deleteri per la costruzione del potere personale: il senso di colpa che nasce dai doppi legami

Quando il potere e l’amore non sono coesi ma bensì uno toglie spazio all’altro, i messaggi che noi diamo agli altri creano barriere, da una parte l’altro sentirà approvazione e dall’altra avvertirà il nostro dissenso. Il potere ombra crea barriere nella comunicazione, critica, dubbio, scetticismo, svalutazione, Si tenderà a comunicare smorzando e  raffreddando l’entusiasmo, interrompendo, sovrapponendo, cercando di squalificare, fare fretta o parlando a fiume impedendo che l’altro intervenga. Ci è capitato di ricevere questo tipo di trattamento o di riconoscere di averlo fatto subire a qualcuno? Una relazione fondata sull’amore non deve avere barriere di questo tipo, ma bensì empatia, risonanza ascolto e comprensione, funzioni che ci permettono di entrare nel mondo dell’altro. Ascoltiamo veramente se le parole dell’altro acquistano un significato importante. Accogliamo la comunicazione se non sovrapponiamo barriere. Ma perché allora agiamo comportamenti?  Per esercitare potere, per tenere a distanza, Se bloccando l’intimità non temiamo l’altro perché lo percepiamo ad una distanza di sicurezza dalla quale non può fare del male.

Quindi il potere è menzogna, dice sempre mezze verità, il potere è corrotto e usa parole corrotte, dice di amare ma non è vero.

L’amore romantico sessuale. L’amore in senso profondo deriva da una consapevolezza allargata. Se siamo in comunicazione con l’esterno amiamo ogni essere vivente e tutto ciò che ci circonda. Se separiamo, se riduciamo in parti frammentate e separate non vediamo l’intero.

Abbiamo quindi definito che dentro di noi abbiamo una parte capace di amare, l’anima o essenza e una parte corrotta, l’ego. Se osserviamo nel profondo di noi stessi vediamo la bellezza dell’anima ma anche la corruzione dell’ego.

La guarigione è nell’amore, la sofferenza è nell’ego dove il potere separa, ci rende ignoranti incapaci dei vedere il tutto ed esercita violenza perché viola la verità fondamentale cioè che siamo tutti interconnessi.

L‘espressione del potere senza amore è facile da distinguere, se qualcuno ci fa del male, un torto o una violenza lo distinguiamo con facilità  e comprendiamo altrettanto facilmente se  qualcuno ci mostra amore sincero. Il problema nasce quando le comunicazioni vengono da una zona intermedia tra potere e amore. Pensiamo ad esempio ad una madre che dice al figlio:  ‘Stai a casa, sei stanco’ ,ma lo dice perché vuole che il figlio stia a casa e sia sotto il suo controllo. Questo genera un circolo vizioso: con le azioni accontento il volere di mia madre  ma l’inconscio reagisce creando il senso della ribellione o sentendosi succube, ecco come potere e amore collisi creano il doppio legame che genera confusione, da una parte amo e dall’altra ho risentimento e rabbia allora  sono spinto ad allontanarmi ma poi soffro, mi riavvicino, ma soffro ugualmente perché si genera rabbia.

Questo meccanismo va risolto alla base perché possa scaturire il processo.
Oltre a ricevere i doppi legami li produciamo anche con noi stessi,alle nostre parti interiori, in base al modo in cui l’io si rivolge a noi stessi. Intraprendere un comportamento che sappiamo essere dannoso e poi lamentarci degli altri è un equivalente del doppio legame auto inflitto.
La manipolazione il ricatto esercizio di potere lamentele pretese accuse.

La paura

Vediamo quale ruolo gioca la paura nella costruzione del potere.

La perdita della base sicura che si verifica durante l’infanzia costringe l’adulto alla ricerca del senso di apparenza sentendo il bisogno di unirsi agli ma sviluppando dipendenza relazionale e affettiva. Oppure possiamo adottare la strategia della distanza, non fidandoci degli altri. In questo caso avvertiremo la necessità di controllare il mondo sviluppando strutture ossessive, paranoiche con un pensiero focalizzato non aperto e consapevole del tutto ma mirato all’osservazione dei dettagli. Tenderemo a mettere a posto in modo perfetto , secondo una visione interna e individuale delle cose e se qualcuno sposta un elemento del nostro ordine viviamo un senso di frustrazione. Alcuni controllano ossessivamente la propria casa come simbolo del controllo sul mondo,cercando così di allontanare il rischio di avvicinamento di cose e situazioni che possono risvegliare la paura perché fuori programma. Il controllo per evitare la paura può manifestarsi anche in una sessualità  compressa dove l’altro è avvertito come pericoloso. In ogni caso l’iperattenzione, la dipendenza e il controllo aumentano la paura poiché basati sue forme irreali. Tutto quello che non ha una base concreta, non vera non può rassicurare, da sollievo solo per un breve  tempo. La frammentazione ci ha allontanati tanto dal nostro cuore quanto dalla capacità di pensiero oggettivo e la riconnessione richiede tempo ma attraverso buone abitudini, meditazione e comprensione dei meccanismi intrapsichici torneremo al presente!

Le neuroscienze oggi dimostrano che le decisioni e i comportamenti avvengono a prescindere dal processo pensante, teoria sostenuta dal filosofo Immanuel Kant già all’epoca settecentesca dell’illuminismo. I comportamenti sono semplicemente inevitabili, e a posteriori prendiamo atto di quanto accaduto. La nostra parte inconscia ci agisce, crediamo di essere liberi ma non lo siamo. In questo processo di consapevolizzazione abbiamo due possibilità: sentirci in colpa per ciò che abbiamo fatto oppure assumerci la responsabilità delle nostre azioni.

Il senso di colpa e la rabbia

Da dove nasce il senso di colpa? Naturalmente ci troviamo anche in questo caso a dover considerare il rapporto genitore figlio. Il bambino fa qualcosa per il quale riceve dal genitore il feedback di non approvazione. La parte narcisista del giovane io pur trattandosi di un ego ancora in via di formazione si arrabbia e il genitore mantiene la sua posizione di controllo sul figlio. Nel contempo il bambino percepisce il legame primario col genitore come essenziale per la sua sopravvivenza, egli sa che il legame primario non può venire meno per nessuna ragione al mondo e alimenta un pensiero o meglio un sentimento logico: se mia madre (o mio padre) ha fatto così, aveva ragione, ergo io ho sbagliato, sono in colpa. Il senso di colpa viene alimentato per tenere a bada la rabbia. Nell’adulto il conflitto interiore mette in causa la parte depressa che si sente in colpa con la parte narcisista che si arrabbia. La rabbia nasce da un ostacolo alla soddisfazione di un bisogno, probabilmente il bisogno di essere visto. Nella scissione tra le due parti il potere personale non trova radici e l’individuo vive nell’autorimprovero e nella frustrazione dell’impotenza, indegnità, doveri e autopunizione si ripropongono in continuazione, in ogni aspetto della nostra vita.

La responsabilità

Analizziamo adesso l’altra possibile reazione summenzionata: ‘mi prendo la responsabilità delle mie azioni’.

In una società che incoraggia il senso di colpa per alimentare le strutture di potere ombra, l’individuo evoluto deve farsi largo attraverso una visione a posteriori delle proprie azioni scevra dal giudizio. La capacità di osservare gli avvenimenti  ci spinge a vedere ciò che si è manifestato attraverso di noi e ad assumerci le responsabilità senza colpa. Responsabilità vuol dire anche ascoltare i bisogni degli altri e rendersi conto che le proprie azioni hanno un effetto su chi ci sta vicino e nostre scelte possono andare contro la soddisfazione di un desiderio altrui. Anche in questo caso, l’uomo evoluto osserva senza sentirsi in colpa per aver disatteso desideri e aspettative altrui e agisce col cuore e con coerenza. Se l’evidenza porta ad un ‘No’, ad un allontanamento, a un rifiuto, prendersi la responsabilità di dire no è una potente azione magica capace di generare potere personale.

Vedere oltre

Se il potere viene esercitato su un innocente corrompe a tal punto da instillare emozioni malsane e sentire indispensabile l’uso di forme di cattiveria . E’ facile amare chi ama ed è  difficile amare la prepotenza. Riuscire a rivolgere sentimenti di benevolenza verso chi mostra prepotenza o cattiveria, richiede una consapevolezza che permetta di vedere che dietro la prepotenza c’è una lunga storia, ereditata e della quale si è portatori, non costruita personalmente. Inoltre per guarire il male dobbiamo avere la capacità di vedere che il male siamo tutti noi. Renderci conto del male che abbiamo a nostra volta inflitto attiva il processo di redenzione, la grazia che rimette insieme ciò che è stato infranto! La vera rivoluzione è abbandonare le pratiche di potere con se stessi e con gli altri. Se abbiamo una malattia dovremmo chiederci cosa abbiamo fatto per generarla, quale parte interna non è stata vista compresa e amata.

Di seguito riportiamo un estratto della poesia di Tich Nath Han ‘Chiamami con i miei veri nomi’:

…Io arrivo sempre, per ridere e per piangere,
per temere e per sperare.
Il ritmo del mio cuore è la nascita e
la morte di tutto ciò che è vivo.
 Io sono un insetto che muta la sua forma sulla superficie di un fiume.
E io sono l’uccello che, a primavera, arriva a mangiare l’insetto.
Io sono una rana che nuota felice nell’acqua chiara di uno stagno.
E io sono il serpente che, avvicinandosi in silenzio, divora la rana.
Sono un bambino in Uganda, tutto pelle e ossa, le mie gambe esili come canne di bambù, e io sono il mercante di armi che vende armi mortali all’Uganda.

 Io sono la bambina dodicenne profuga su una barca,
che si getta in mare dopo essere stata violentata da un pirata.
E io sono il pirata, il mio cuore ancora incapace di vedere e di amare.
Io sono un membro del Politburo, con tanto potere a disposizione.
E io sono l’uomo che deve pagare il ‘debito di sangue’ alla mia gente,
morendo lentamente in un campo di lavori forzati.

 La mia gioia è come la primavera, così splendente che da sbocciare i fiori su tutti i sentieri della vita.
Il mio dolore è come un fiume in lacrime, così gonfio che riempie tutti i quattro oceani.
Per favore chiamatemi con i miei veri nomi,
cosicché io possa udire tutti i miei pianti e tutte le mie risa insieme;
cosicché io possa vedere che la mia gioia e il mio dolore sono una cosa sola.

 Per favore chiamatemi con i miei veri nomi,
cosicché io mi possa svegliare
e cosicché la porta del mio cuore sia lasciata aperta,
la porta della compassione.

Obiettivi del corso Potere personale e senso di colpa

  • Senso di colpa e potere personale
  • Fornire nozioni teoriche applicabili nella propria vita per sviluppare il potere personale

A chi si rivolge

Il corso è aperto a tutti coloro che desiderano conoscere la relazione tra il senso di colpa e  il potere personale

Requisiti

Apertura mentale, interesse e disponibilità all’apprendimento

Programma del corso

  • Cos’è il potere personale
  • Il senso di colpa
  • La conoscenza come strumento di potere
  • Paura, rabbia, responsabilità
  • Come esprimere il proprio potere

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Le attività e i corsi di Hridaya Centro Studi Ayurveda Integrato sono svolti da Simone Fanciullo, professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013 e da operatori e medici qualificati.